La Paura è il motore immobile degli agenti immobiliari?

Sono sempre più convinto che la nostra categoria, condannata da essa stessa a un ruolo periferico  del comparto immobiliare, sia in realtà rappresentativa di un modus operandi diffuso trasversalmente nel paese.

Abituati a guadagni facili con sforzi minimi nelle passate decadi, salvaguardati da una nebbia diffusa riguardo la nostra operatività, che permetteva azioni a volte quantomeno discutibili, ci siamo trovati a fare i conti con l’arrivo di nuovi principi diffusi quali, tra gli altri: responsabilità, etica, trasparenza.

La risposta è stata quella di una fuga in direzione opposta, trincerandosi in diritti acquisiti (quando matura il diritto alla provvigione), e nella scarsa conoscenza degli utenti sul reale ruolo della figura.

Questo non fa altro che aumentare le distanze. Quella tra il reale e il percepito, quella tra la tecnologia nel settore e il nostro grado di controllarla, quella tra noi e gli utenti.

E nel 2018 ancora ci immergiamo in confronti aspri tra chi trova nell’efficienza e nel risultato la giustificazione a molte azioni superate dal tempo è dalla storia, e chi auspica un cambiamento che sia frutto di un mix tra etica, metodologia e tecnologia.

Quindi, qualcuno continua a lavorare in un modo che possiamo definire borderline (come minimo).

-si accettano azioni di ricerca basate su stalking e reperimento di informazioni su banche dati preposte ad altro (vedi sister).

-si accetta “l’oscuramento” di alcune problematiche presenti sull’immobile finalizzate alla chiusura dell’affare.

-ci si muove tentando di anticipare il più possibile il pagamento della provvigione anche in presenza di condizioni sospensive

-si cerca di stringere il venditore in incarichi in esclusiva che somigliano a “morse” da cui sbrigliarsi pare impossibile, disseminando penali ovunque

Questi sono alcuni dei “vizi” in cui cadono ancora alcuni agenti immobiliari. In realtà esiste una massa che si muove in direzione completamente diversa, completamente orientata al cliente, ma è colpevole di un reato abnorme: NON COMUNICA.

E non comunicando si rende complice della confusione che impera.

Quanto potrà durare ancora questa situazione?

Oggettivamente non molto.

E’ la storia della gallina dalle uova d’oro, che è sempre la stessa: non ci preoccupiamo dei costi in termini di percezione, professionalità, progettualità e dell’impatto sempre più forte delle tecnologie del settore, abbagliati dal guadagno immediato, noncuranti di programmare un futuro che in gran parte è già presente, che vede l’arrivo di nuovi player sempre più imminente, e ben più organizzati di quelli ora operativi.

La soluzione? Probabilmente sempre la stessa. Fare rete, senza se e senza ma, una volta per tutte, spostando definitivamente l’attenzione dall’immobile al cliente.  Creare standard qualitativi riconosciuti e diffusi, comunicarli e attenercisi, pena l’uscita dal sistema.  Qualcuno resterà fuori, ma è proprio quello che serve.

Si può fare? Sì, e siamo ancora in tempo. Ma il tempo scorre…