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Casa a Prima Vista: Dietro le Quinte e Realtà del Mercato Immobiliare Italiano

Ciao, sono Massimo Onofri e ti do il benvenuto sul mio Blog. Sono un agente immobiliare, e in questo blog e sul mio canale youtube parlo spesso di tematiche immobiliari.

Questa volta voglio parlare di qualcosa che è un po più leggero ed è esattamente quel format televisivo che sta andando molto di moda, quel reality che si chiama Casa a Prima Vista, un format di successo che porta un’immagine positiva ogni tanto, e meno male per gli agenti immobiliari!

È un contest che sembra piacere effettivamente molto ed ha molto seguito, si basa sostanzialmente sulle richieste di alcuni potenziali acquirenti che si rivolgono agli agenti immobiliari, esponendo la loro ricerca.

A questo punto, gli agenti immobiliari, si occupano della ricerca dell’immobile attraverso un portale vanno a selezionare quella che pensano che possa essere l’opportunità migliore per il cliente.

Lo accompagnano in visita presso l’immobile, con tutta la presentazione e lo stile di uno show televisivo ( giustamente).

Al termine della puntata, e dopo attente riflessioni, il cliente sceglie l’appartamento che preferisce e il vincitore della puntata è l’agente immobiliare che ha selezionato quell’appartamento per loro.

È tutto molto bello, mi piace molto ed è effettivamente molto interessante, ma è proprio così che funziona nella vita reale?

Quel reality è effettivamente autentico?

In parte si, in parte no, e la parte che non è autentica è probabilmente quella che piace di più a voi.

Cerco di spiegare meglio cosa intendo per “parte che non è autentica”.

Gli agenti immobiliari sono effettivamente dei colleghi, sono agenti immobiliari a tutti gli effetti. Mostrano degli appartamenti che sono realmente in vendita (il più delle volte) e l’acquirente seleziona quello che preferisce dei tre.

L’agente immobiliare viene premiato e non c’è nessun obbligo di acquistare quell’appartamento nello specifico.

Però effettivamente il format è molto interessante, si segue con molta attenzione ed è molto bello però..

La parte che non è assolutamente attendibile, rispetto a quello che succede nella realtà, è la parte della ricerca.

Casa a prima vista: Come funziona la realtà?

Ne programma voi vedete i solerti agenti immobiliari mettersi su un portale (sponsor del programma) e andare a procacciare l’appartamento cercando tra le varie offerte del portale stesso.

Questo sarebbe molto bello laddove ci fosse veramente quella realtà MLS, di cui spesso parlo e di cui faccio parte insieme ad altri colleghi (ancora troppo pochi in Italia) che è quel contenitore unico dove tutti gli agenti immobiliari mettono gli immobili e l’acquirente può scegliere quello che preferisce vedendolo con l’agente immobiliare che preferisce.

Perché tutti questi immobili sono condivisi in questo enorme contenitore, dove vengono condivisi gli incarichi, e tutti gli acquirenti possono visionare questi appartamenti con l’agente immobiliare che preferiscono.

La realtà è molto più dura perché se voi veramente doveste scegliere un agente immobiliare e chiedergli questo incarico di ricerca avrebbe una serie di ostacoli.

Innanzitutto andare a confrontarsi con altri colleghi, i quali il più delle volte non accetterebbero di collaborare con lui e quindi di portare questi clienti senza avere un compenso provvigionale.

E qua si apre tutta una serie di tematiche che di fatto rendono praticamente molto farraginoso il sistema nella realtà.

In quel programma televisivo, di fatto, hanno disponibilità a far vedere questi appartamenti e, laddove si chiudesse realmente un accordo, c’è l’agenzia che presenta effettivamente l’immobile, che non è sempre quella dell’agente che lo sta mostrando fisicamente in quel momento.

Ma dove sta la differenza con la realtà?

La parte bella che ci entusiasma è questo rapporto personale, fatto di consulenza con il cliente.

Ecco purtroppo questa parte è quella meno corrispondente con la realtà, perché purtroppo, anche gli agenti immobiliari che vedete nel programma, potrebbero proporvi solo quei pochi appartamenti di cui dispongono che non è detto che sia l’appartamento più in linea con le vostre richieste…

Diverso sarebbe se potessero avere così tanta disponibilità e un ampio raggio di opportunità.

Ma attenzione! Se fosse veramente solo quello il lavoro sarebbe un lavoro fattibile anche dal punto di vista del privato.

In realtà, la consulenza immobiliare, significa capire le esigenze e quello un aspetto molto interessante, che è reale e che fa parte del lavoro dell’agente immobiliare.

Ma per farlo al meglio, bisognerebbe avere la possibilità di disporre di un mercato molto più ampio, cosa che in realtà non succede.

Ma cosa può fare l’acquirente per trovare la casa migliore per lui?

Se vi piace così tanto il format, dovete darci una mano, quindi aiutare le agenzie a collaborare sempre di più.

Perché effettivamente quel format, che oggi è un programma televisivo molto gradevole, ma molto lontano dalla realtà operativa, possa diventare qualcosa di reale e addirittura voi possiate scegliere prima l’agente immobiliare, quello con cui vi trovate meglio, e poi andare a cercare con lui l’appartamento giusto per voi!

Del resto, il mercato è così sbilanciato, che difficilmente trovate pubblicità dirette a chi sta cercando casa. Trovate molto spesso comunicazioni rivolte ai venditori.

Questo perché è un mercato ancora molto spostato sull’immobile che rende estremamente difficile creare, nella realtà, un sistema similare a quello che vedete in tv, o viceversa a quello che succede in piccole realtà come quella di cui faccio parte.

Immobili MLS a livello nazionale, MLS a Roma e provincia, in cui con una serie di agenti immobiliari condividiamo tutto il portafoglio e diamo la possibilità ai clienti che ci scelgono di poter visionare tutti gli appartamenti che abbiamo insieme.

Come gruppo, più agenzie siamo a far parte di questo meccanismo, migliore è il servizio che possiamo offrirvi.

In conclusione

Quindi, se vi piace il format televisivo e se volete viverlo voi stessi, il passaggio migliore è andare a rivolgersi ad un’agenzia che lavora in MLS e spingere qualsiasi agenzia con cui entrate in contatto a far parte di un MLS, perché possiate così scegliervi un consulente e con questo andare a comprare la casa migliore per voi.

Spero che sia stato chiaro, è un discorso un po più frivolo rispetto a quelli che affronto di solito, ma è curioso perché veramente mi destava molta, molta impressione vedere quanto hype suscita questo format.

Effettivamente, l’aspetto più interessante è che è tutto spostato sull’acquirente, con un sistema molto simile a quello che noi, in Immobili MLS, portiamo avanti da tanti anni e molti, anche qualcuno tra i protagonisti del format televisivo, in realtà non aiuta a rendere possibile in maniera più diffusa.

Se arrivato fino a qui hai scoperto che avresti preferito ascoltare il video invece che leggere il contenuto, non ti resta che iscriverti subito al mio canale youtube!

La cattiva reputazione degli agenti immobiliari in Italia

Gli agenti immobiliari in Italia hanno una reputazione generalmente negativa, con molti italiani che li vedono come truffatori o imbroglioni.

Quali sono le ragione della pessima fama degli agenti immobiliari?

Innanzitutto, la concorrenza nel settore immobiliare in Italia è molto elevata, con un gran numero di agenti immobiliari che lavorano per attirare clienti.

Questo può portare alcuni agenti a ricorrere a pratiche poco etiche per ottenere un vantaggio sui loro concorrenti.

Ad esempio, alcuni potrebbero cercare di gonfiare il prezzo di una proprietà per ottenere una commissione più alta, mentre altri potrebbero nascondere informazioni importanti ai loro clienti per fare una vendita più facile.

Il settore immobiliare in Italia è spesso oggetto di truffe e frodi

Alcuni agenti immobiliari potrebbero approfittare della disattenzione, se non della disperazione, di un potenziale acquirente che cerca una casa per truffarlo.

Il metodo più comune è quello di far pagare un deposito per una proprietà che non esiste o che è già stata venduta.

Queste truffe, chiaramente, non danneggiano solo i singoli individui che ne sono vittime, ma anche la reputazione del settore immobiliare in generale.

Gli italiani hanno una tradizione di diffidenza nei confronti degli agenti immobiliari

Questo potrebbe essere dovuto al fatto che il mercato immobiliare in Italia è stato instabile in passato, con molti cambiamenti di proprietà e fluttuazioni dei prezzi.

La cultura italiana, inoltre, è fortemente legata alla proprietà della casa, quindi vendere o acquistare una proprietà può essere visto come una decisione molto importante ed emotiva.

Da questo punto di vista, molti italiani, sono diffidenti nei confronti di chi li aiuta e supporta in questo processo di transizione della loro vita.

In poche parole

Gli agenti immobiliari in Italia, ahimè, non godono di buona reputazione a causa di pratiche poco etiche, truffe e frodi nel settore, e per una tradizione di diffidenza nei loro confronti.

Sebbene ci siano sicuramente agenti immobiliari onesti e professionali in Italia, la reputazione del settore nel suo complesso è stata danneggiata da coloro che non lo sono.

La speranza che avvenga un cambiamento, è legata alla possibilità che proliferi la cultura mls, ovvero reti di collaborazione tra agenzie immobiliari, tra gli agenti e tra i clienti.

Cosa è l’MLS nel settore immobiliare?

Negli ultimi anni, si è assistito a un aumento dell’utilizzo delle reti di collaborazione tra agenti immobiliari.

Questo modello, che prevede la creazione di un gruppo di colleghi che collaborano per promuovere e vendere immobili, può offrire vantaggi significativi, come una maggiore visibilità delle proprietà e la possibilità di raggiungere un pubblico più ampio.

Tuttavia, ci sono anche alcuni problemi che possono sorgere in questo tipo di collaborazione.

Uno dei principali problemi è che gli agenti immobiliari coinvolti potrebbero non essere disposti a condividere tutte le loro proprietà con il gruppo.

Potrebbero scegliere di condividere solo quelle che ritengono meno vendibili, sperando di ottenere almeno qualche interesse.

Questo può creare una situazione in cui la rete, e le agenzie immobiliari che la compongono, non dispongono di una gamma completa di proprietà da offrire ai potenziali acquirenti.

Portando ad una conseguente mancanza di trasparenza nella vendita delle proprietà, poiché gli agenti potrebbero non essere del tutto onesti sullo stato delle proprietà che stanno condividendo.

Come risolvere quindi questi problemi di collaborazione tra agenti immobiliari?

Per risolvere questi problemi, è importante che gli agenti immobiliari coinvolti nella collaborazione si impegnino a condividere tutte le loro proprietà con il gruppo.

In questo modo, sarà possibile offrire ai potenziali acquirenti una gamma completa di opzioni e garantire che gli interessati siano pienamente informati sullo stato delle proprietà in vendita.

E’ quindi fondamentale che i membri del gruppo di collaborazione lavorino insieme per stabilire regole chiare e trasparenti per la vendita delle proprietà.

Questo aiuterà a garantire che tutti gli agenti immobiliari coinvolti operino in modo equo e trasparente, offrendo ai potenziali acquirenti la massima trasparenza possibile.

E’ quindi utile aderire ad una rete di collaborazione come MLS?

In conclusione, le reti di collaborazione tra agenti immobiliari possono offrire molti vantaggi, ma è importante che gli agenti coinvolti condividano tutte le loro proprietà e lavorino insieme per stabilire regole chiare e trasparenti per la vendita delle proprietà.

In questo modo, sarà possibile offrire ai potenziali acquirenti una gamma completa di opzioni e garantire che gli interessati siano pienamente informati sullo stato delle proprietà in vendita.

Quel problematico culto della personalità nel real estate

Un’analisi del settore immobiliare attuale, specificatamente a quanto concerne la figura degli agenti immobiliari, non può prescindere dal trovare alcune caratteristiche comuni a tutta una serie di fenomeni verificatisi negli anni.

Tutte le iniziative, le battaglie, le azioni o le novità, commerciali o non, sono state portate avanti con una caratteristica comune: il culto della personalità.

Analizziamo velocemente alcuni passaggi storici:

Probabilmente prima di tutti iniziò Giovanni Gabetti nel 1950, con un brand legato strettamente all’uomo, illuminato per l’epoca. Era l’epoca dei grandi marchi ancora legati ai nomi delle famiglie (Olivetti, Branca, Martini, Lamborghini, Ferrari e soprattutto le Griffe dell’alta moda solo per citarne alcuni). Un retaggio di un personal branding ante litteram che associava il cognome al contenuto.

Non si assistono a grandi scossoni sino al 1986, anno in cui nasce come Franchising Tecnocasa. Erano gli anni degli yuppies, e così attorno alla figura del “Dottore” (Oreste Pasquali, fondatore di Tecnocasa), si radunano centinaia di giovani rampanti attratti dalla possibilità di cavalcare questo sogno italiano, questo “self made realtor” per cui si poteva passare dal giorno alla notte dallo svolgere qualsiasi tipo di lavoro al diventare un “professionista in giacca e cravatta”. Erano anche gli anni del primo condono, di una legislazione di larghe maniche verso il settore e di compravendite tutto sommato semplici da sbrogliare.

All’inizio del terzo millennio le tecnologie intervengono sempre di più nella quotidianità, e sono pronte a stravolgere anche il settore immobiliare. Roberto Barbato e la sua Frimm (e poi replat) sono oggettivamente i primi a investire in una scommessa, quella di digitalizzare le agenzie immobiliari attraverso le piattaforme di collaborazione, con un certo successo. Sono gli anni post Millenium Bug, in cui si prende atto che la tecnologia potrebbe non distruggerci tutti, ma in cui delle potenzialità della stessa non si riesce a comprenderne i confini.

Abbiamo passato oltre sessant’anni di storia e, scusandomi per alcuni casi importanti tralasciati, ci catapultiamo così ai giorni di oggi.

Cosa è successo nel mondo dei brand? Che a partire dal solito Jobs molto è cambiato. Se dico Steve Jobs alla mente viene Apple, Come con Bezos  con Amazon,  Branson con Virgin o Zuckemberg con Facebook.

Ci si è spostati dal nome al brand, senza colpo ferire. Con un passaggio netto in cui ciò che si fa è ancor più importante di chi siamo. Quindi la garanzia non è più (solo) nel cognome che porti, ma in quello che hai creato.

Da noi ci si muove con maggior lentezza, è purtroppo risaputo. E anche nel settore immobiliare non siamo riusciti ad avanzare, creandoci quella coscienza critica oramai globale in cui non valuto cosa dici o chi sei, ma quello che fai.

Personalizzazione esasperata e culto della personalità è quello che invece è successo, con progressiva rassegnazione e privazione di coscienza critica.

Si sono cristallizzati i ruoli, e ora per chi ancora segue Pasquali piuttosto che Barbato, ciò che loro dicono e fanno è visto alla stregua di un dogma. Atteggiamenti manichei tolgono spazio al dibattito, e alla crescita che questo con se porta.

Nel vuoto pneumatico che si è creato dopo di loro, si è assistito al più grande carrozzone mai visto prima, in cui sono spuntati “illusionisti di professione”e artisti vari, legati anch’essi da un filo conduttore che vedremo più avanti.

Il mercato, vero punto di riferimento di qualsiasi imprenditore, è stato messo da parte, non analizzato nelle sue esigenze, e così gli unici veri protagonisti del nuovo millennio sono stati alcuni imprenditori che hanno effettivamente cavalcato le esigenze degli utenti e le tecnologie. Un esempio su tutti: Carlo Giordano è riuscito, lavorando imprenditorialmente, a sottrarre a un’intera categoria un ruolo nell’immaginario collettivo e anche una serie di possibilità.

Nel frattempo le associazioni non sono riuscite mai a dare una direzione, strette tra subordinazioni gerarchiche e giochi politici, e anzi sono entrate nel calderone del caos con la loro personalizzazione fortissima, almeno nei casi di Paolo Bellini e Paolo Righi, che hanno incarnato le loro associazioni di riferimento e, soprattutto il secondo, creato uno scollamento enorme da una base sempre più disincantata, con conseguente perdita di adesioni.

Gli errori più grandi compiuti dalle associazioni? Forse uno su tutti, sottovalutare il web 2.0

Laddove il dibattito sopiva nei tavoli associazionistici, imperversava nel web, e quando hanno iniziato a proliferare i forum (come immobilio) e soprattutto  i gruppi facebook la frittata era fatta.

Bisognava sperare che qualcuno agisse per il bene della categoria, con una visione magari egoistica ma tesa ad assicurare il futuro a una professione attaccata oramai su più fronti. Creare dibattito, diffondere cultura, cercare innovazione per un fine più grande.

Ma siamo uomini e come tali agiamo, anche nelle nostre piccolezze.

Così è nato il controsenso più grande di tutti. I gruppi facebook dedicati agli agenti. Alcuni gruppi sono serviti ad alcune  persone dalla professionalità incerta per ritagliarsi un ruolo basato sul…nulla. Un culto della personalità che e’ ben lontano dagli esempi esteri fatti sopra o quelli italiani di qualche anno prima. Non basato su quello che hai fatto o sai fare, ma su quello che dici (e praticamente sempre non mantieni aiutato dalla scarsa memoria delle azioni online e la ritrosia nostrana al fact checking che è normale altrove).

Ma il gioco era riuscito con molti di noi.

Abbiamo assistito a grandissimi flop, a commistioni di interessi mai palesati e a conflitti continui. Siamo stati testimoni di eventi o novità annunciate  come epocali e gettate via con tanto di insulti a noi agenti immobiliari.

Ancora abbiamo visto Persone che si sono autoproclamate ambasciatori del real estate, innovatori ma non si sa di cosa in una professione che stenta a riconoscere se stessa.

Sono nati nugoli di formatori del settore che mai avevano esercitato nello stesso, che hanno dispensato consigli e strategie a destra e manca senza mai averle sperimentate. Poi le strategie non funzionavano ma la colpa era degli “alunni”, impreparati e poco attenti!

Perchè ci sono riusciti? Perchè era morta la coscienza critica e smarrito un sano culto della personalità. Abbiamo avuto  divinità non discutibili dalle quali accettare ogni parola, ogni assenza di scuse, ogni azione, che hanno guadagnato con questo e che hanno imperversato per molto, troppo tempo.

Ma finalmente qualcosa si è smosso, qualcuno ha avuto il coraggio di dissentire e di dire che “il RE è nudo!”, relegando almeno per il momento in secondo piano queste figure. Che però lasciano un vuoto di potere che in molti si stanno affrettando a cercare di ricoprire, e per noi è forse davvero l’ultima chiamata per poter divenire protagonisti del nostro futuro.

Nel Settore immobiliare regna uno strano stato di “anarchia intellettuale” che vede tutti avere ragione e tutti torto al tempo stesso.

Ma ora abbiamo la nostra chance, i tempi sono maturi, forse è arrivato il momento di costituire una coscienza collettiva della categoria, che è si eterogenea, ma può trovare la forza di cercare un minimo comune denominatore nell’interesse della sopravvivenza della professione. Abbiamo ancora la possibilità di essere padroni del nostro destino, ma avremo la maturità di esserne gli artefici?