LA CULTURA DEGLI ALIBI

E se quelli che gli agenti immobiliari vivono e comunicano come problemi insormontabili fossero in realtà alibi?

In questo breve post condivido con voi il mix di informazioni ottenute in un solo giorno che, riunite, mi fanno propendere per questa teoria.

Spesso ascolto in auto materiale (in)formativo approfittando del tanto tempo che Roma ci concede tra tangenziali e consolari varie, è proprio oggi mi sono imbattuto In questo video di Julio Velasco in cui parla anche dei limiti, soprattutto mentali, della nazionale di pallavolo italiana quando fu da lui presa, prima di essere condotta al successo planetario.

Poco dopo, in un gruppo facebook un caro collega postava questo quesito, a suo dire stimolato da una mia precedente provocazione:


LOBBY

“Se circa 5.000 notai costituiscono una lobby forte ed autorevole, figuriamoci 45.000 agenti immobiliari cosa sarebbero in grado di fare, se solo lo volessero.

Far cambiare il loro status di ausiliari del commercio, per esempio, che, secondo il mio modestissimo parere, è fonte di tutti i nostri mali.

Una buona domenica a tutti i 45.000 colleghi, nessuno escluso. 😉”


Sa, il caro collega, che non condivido questa opinione per molti motivi, tra cui di seguito racchiudo i più importanti:

  • Non è importante come qualcuno ci qualifichi se non il cliente
  • Non è auspicabile una soluzione politica perché richiederebbe compromessi politici, nell’accezione negativa della cosa
  • Se rimettiamo all’inquadramento che terzi vogliono darci il nostro destino saremo sempre passivi e aggredibili
  • Abbiamo tutto nelle nostre corde per poter crearci un ruolo riconosciuto come utili, efficienti e, perché no, indispensabili al di là della legge (utopica e deleteria l’idea di essere obbligatori per legge)

Passiamo troppo tempo a lamentarci, a dire quel che non va e quel che vorremmo, senza soffermarci su come modificare quel che non va per arrivare a quel che si vuole.

Siamo stati abituati a lamentele propagandistiche, salvo poi fare dietro front o girare la testa dall’altra parte per biechi motivi di interessi particolari. Lasciamoli da parte una volta per tutte, e concentriamoci su cosa possiamo fare per essere riconosciuti dal mercato e dai clienti come utili ed efficienti, imparando ad adattarci a cambiamenti di “ecosistema” che saranno sempre meno politici è sempre più tecnologici.

Io un’idea ce l’ho, e non riesco a incontrare alcuna opposizione reale a questa.

Probabilmente ve ne sono anche altre, ma per diffonderle c’è bisogno di uscire fuori dall’equivoco della cultura degli alibi.

Insomma, concludendo, dipende da NOI.