Category: News immobiliari

Nuda proprieta’: usufrutto e diritto di abitazione

Per nuda proprietà s’intende la possibilità del proprietario di un immobile di cedere il suo diritto di proprietà privata ad un altra persona (l’acquirente), distaccandolo però dal diritto di godimento dell’abitazione. In questo modo, è la persona che ha alienato la nuda proprietà a rimanere in diritto del reale godimento dell’abitazione e ad occuparne gli spazi (ne è quindi l’usufruttuario).

Il potenziale acquirente di una nuda proprietà è di solito interessato all’immobile come forma di investimento per cui è disposto ad aspettare un periodo di tempo piuttosto lungo prima di poterne beneficiare pienamente.

Nuda proprieta’: usufrutto e diritto di abitazione


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Sono agente immobiliare da più di vent’anni e noto con crescente maggiore interesse l’attenzione che si sta creando attorno alla nuda proprietà, un fenomeno in crescita e strettamente legato alla situazione socio-anagrafica del nostro Paese.

Perché vendere come nuda proprietà?

Le ragioni possono essere tante. Pensiamo ad una nazione ove la popolazione ha un età media sempre più alta, dove ci sono situazioni sociali diverse… può essere una soluzione per moltissime persone che in questo modo si assicurano un futuro sereno. In alcune situazioni la persona cede la nuda proprietà e va a vivere comunque in un RSA mantenendosi le spese vive oppure sostiene i costi di una badante.

L’usufruttuario ha sempre diritto ad affittare l’appartamento?

L’usufruttuario ha di fatto il diritto di affittare l’appartamento e questo dà apre a una serie di potenziali problematiche per il nudo proprietario (gestione dell’appartamento, possibilità di liberarlo una volta entrati nella piena proprietà etc.).

Esiste la possibilità di restringere il diritto di godimento dell’usufrutto al solo diritto di abitazione. Solo il cedente avrà diritto ad abitare nell’immobile eil nudo proprietario sarà messo al riparo da eventuali sorprese relative a una locazione.

E’ una scelta che deve essere ben ponderata perché chi sta cedendo la nuda proprietà.

L’interessato deve capire se la liquidità che sta ottenendo da questa scelta gli assicurerà la serenità (magari anche con forme di investimento immobiliare diverse) o se invece è necessario metterlo a locazione.

La differenza tra usufrutto e diritto d’abitazione è importante! Può essere oggetto di trattativa, ma la cosa importante è capire quali sono gli obiettivi dal punto di vista finanziario da parte di chi sta cedendo la nuda proprietà.

Al prossimo articolo!

Instant Buyer: “Vendiamo casa in trenta giorni”

Può essere una strategia vincente e può avere un senso, ma non è l’unico parametro da prendere in considerazione. Perché se è vero che esiste una tempistica entro cui l’immobile ha più facilità ad essere collocato sul mercato, è altrettanto vero che quasi mai vendere in tempi brevissimi corrisponde a vendere al miglior prezzo.

Nel contesto delle vendite veloci esiste la realtà dei cosiddetti instant buyer: dei fondi d’investimento che raccolgono capitali tramite sottoscrizioni private e si pongono l’obiettivo di acquistare una casa per rivenderla, traendo guadagno dalla marginalità tra prezzo d’acquisto e prezzo di vendita.

Instant Buyer: “Vendiamo Casa In 30 Giorni”

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Parliamo di quelli che si propongono nel settore immobiliare come “vendo casa in 30 giorni” puntando tutta la strategia di marketing su tempistica e velocità.

Solitamente, gli instant buyer – realtà particolarmente forti online – preferiscono case da ristrutturare e seguono all’incirca la seguente procedura che prevede: il contattare la proprietà e fare una valutazione dell’immobile attraverso un software; le aree di interesse sono solo le aree residenziali più importanti e i centro metropolitani (p.es. L’esterno del raccordo di Roma non è un’area particolarmente interessante per questo tipo di acquirenti).

Come procedono?

Dopo il primo contatto, viene fatta una visita all’immobile valutandolo attraverso l’algoritmo di un software; il principio è quello di cercare di stimare l’abitazione un po’ al ribasso. Su questa valutazione viene poi calcolato uno sconto dell’8% a cui segue una proposta non vincolante al venditore (diventa vincolante nel momento in cui viene accettata). Una volta salutato il venditore, si procederà poi con i lavori di ristrutturazione all’interno dell’appartamento per andare a rivenderlo sul libero mercato con l’obiettivo di ricavarne un profitto.

Instant buyer: differenze, vantaggi e svantaggi

Per i motivi detti sopra, è difficile pensare che per il venditore che cerchi un buon guadagno dalla vendita questa sia la soluzione migliore. Allo stesso modo, proprio a causa della marginalità che il fondo di investimento cerca di guadagnare, si consiglia anche all’acquirente di prestare particolare attenzione al tipo di lavori di ristrutturazione eseguiti all’interno dello stabile, su cui si potrebbe aver cercato di risparmiare.

In definitiva, può essere una soluzione? Sì, purché lo si faccia con attenzione. In certi casi la velocità di vendita potrebbe essere importante per il proprietario. La condizione ideale sarebbe comunque quella di trovare un referente che possa consigliarci.

Comprare casa: consigli per gli appuntamenti

Vuoi comprare casa? Allora dovrai necessariamente effettuare delle visite per verificare se quello è l’immobile giusto per te.

Comprare casa: consigli per gli appuntamenti

Ecco quindi una serie di suggerimenti da tenere presenti prima e durante la visita, specialmente se sei alla ricerca di un appartamento in città:

  1. Ubicazione dell’abitazione. Ancor prima di fissare delle visite, cerchiamo di identificare tutti gli aspetti che sono per noi fondamentali. Ci sono dei mezzi si trasporto? Se sì, quali? Qual’è il tono generale della zona (vicinato, condomini, aspetto esterno delle strutture)? Ci sono altri elementi di cui tenere conto (vicinanza a servizi, parchi, scuole)?
  2. I citofoni. L’estetica è curata o ci sono pezzettini di carta scritti a mano ed attaccati con il nastro adesivo? Già da questo dettaglio possiamo farci l’idea del contesto nel quale andiamo ad interagire.
  3. Lo stato esterno della palazzina. Ci sono lavori da fare? Chiedete all’agente immobiliare se è in possesso dell’informazione.
  4. Lo stato interno della palazzina. Qual è il livello di pulizia generale e tenuta delle parti comuni?
  5. Se l’appartamento è da ristrutturare. Non ci sono grosse attenzioni da prestare quando le problematiche più o meno evidenti (p.es. muffa) sono dovute alla vetustà dell’appartamento. Se avete il sentore che ci siano problemi diversi fate intervenire un tecnico di vostra fiducia.
  6. Se l’appartamento è in buono stato. L’abitazione è ristrutturata o in buono stato? Verificate lo stato manutentivo, fate domande, chiedete se esiste una documentazione che attesti i lavori fatti (una buona evidenza per farvi fare la scelta migliore!)

COMPRARE CASA: 6 CONSIGLI PER GLI APPUNTAMENTI

Naturalmente i punti elencati sopra possono essere d’interesse anche per i venditori, dato che si tratta di alcuni degli elementi che incidono sul prezzo dell’immobile. Elementi di cui abbiamo già parlato e paleremo ancora nei prossimi articoli!

Assegno di caparra

Stai per fare una proposta d’acquisto per l’appartamento che ti piace e devi lasciare un assegno? In questo articolo parliamo di assegno di caparra e che cosa fare quando si lascia un titolo all’agente immobiliare o alla proprietà.

Che cos’è l’assegno di caparra?
L’assegno di caparra quello con cui si va a sottoscrivere il contratto, la proposta d’acquisto.

A chi dev’essere intestato?
Deve essere intestato necessariamente al venditore (e a nessun altro!). Attenzione: purtroppo ci sono agenzie immobiliari fanno intestare l’assegno a proprio nome con l’artificio giuridico secondo cui si garantiscono eventuali compensi provigionali (che non sono assolutamente maturati fino a quel punto!).

Qual è il suo importo?
Raramente viene definito un importo fisso. Si tratta invece di una percentuale che varia a seconda del prezzo dell’immobile: potrebbe essere di 2.000 come 10.000 euro. Naturalmente, più è alto il valore della caparra che state consegnando e più vi mettete al riparo da qualsiasi tipo di ripensamento da parte del venditore, che potrebbe potenzialmente diventare inadempiente.

Quando deve essere consegnato dall’acquirente al possessore?

L’assegno (intestato al proprietario e nessun’altro) deve essere consegnato solo ed esclusivamente nel momento in cui siete stati messi formalmente a conoscenza della avvenuta accettazione della proposta d’acquisto da parte del venditore.

Controllate le modellistiche dell’agenzia immobiliare a cui vi state rivolgendo perché molto spesso la stessa somma potrebbe essere trattenuta in deposito anche in un momento successivo alla comunicazione: si tratta di un tempo tecnico necessario ad effettuare nuovamente le visure catastali che vanno a verificare l’insussistenza di vizi o problematiche (p.es. trascrizioni o iscrizioni pregiudizievoli non note al momento della sottoscrizione della proposta). Pensiamo solamente a quello che può succedere con l’arrivo di una cartella esattoriale che può andare ad aggredire un immobile da un momento all’altro!

Parleremo delle differenze tra caparra confirmatoria e caparra penitenziale in un prossimo articolo.

Mutuo 100%: pro e contro

Dal punto di vista del mercato immobiliare, quali sono i pro e i contro della stipula di un mutuo al 100%?

Sappiamo che le regole bancarie prevedono di solito che gli istituti eroghino mutui che coprono l’80% del prezzo di compravendita dell’immobile (o della cifra stabilita dalla perizia effettuata dal professionista).

Esistono però alcune piccole sfaccettature: con intervalli più o meno costanti si affacciano al mercato immobiliare dei prodotti che permetto il finanziamento del 100% del costo dell’intero importo. Questo avviene per qui sta acquistando la prima casa, tramite alcuni specifici prodotti finanziari ed il fondo di garanzia CONSAP.

Mutuo 100%: pro e contro

Si tratta certo di un’opportunità che offre potere d’acquisto maggiore rispetto a quello che si otterrebbe col finanziamento del solo 80% del costo totale dell’immobile, ma bisogna tenere conto anche di rischi e potenziali problematiche.

  1. Aumentando il finanziamento aumenta anche il fattore di rischio per l’istituto di credito che si tutela e pone su questo genere di prodotti un tasso d’interesse generalmente più alto.
  • C’è poi un aspetto commerciale a volte sottovalutato che riguarda l’eventuale rivendita dell’appartamento acquistato pochi anni prima col mutuo 100% . Quali criticità potrebbero emergere? Il rischio è che, se il mercato affronta una curva in discesa, ci troviamo a vendere l’immobile ad un prezzo commerciale più basso del mutuo residuo da estinguere (purtroppo in questa condizione si sono trovati anche coloro che hanno comprato nel 2008 e venduto nel 2016, per esempio).
    Vendendo la casa dopo molti anni, diciamo quindici o venti è facile presumere che, per un discorso inflazionistico, il prezzo dell’appartamento sarà molto più alto rispetto a quando l’abbiamo comprato e la parte restante del mutuo da estinguere sarà piuttosto ridotta.

Per queste ragioni la decisione di ottenere un mutuo al 100% è da ponderare molto bene. Dobbiamo capire quello che stiamo andando a fare, tenendo conto del rapporto tra rate del mutuo e reddito e di eventuali curve al ribasso del mercato immobiliare che dobbiamo essere pronti a dover sostenere con dei risparmi, in caso di vendita in un periodo non favorevole.

Case, il lockdown ha fatto salire i prezzi?

Oggi affrontiamo il tema del settore immobiliare e del rapporto con le notizie diffuse dai media mainstream, che spesso fuorvianti a chi è adentro il settore. Nello specifico, andiamo a vedere il mercato immobiliare in apparente risalita dopo il lockdown.

Prendiamo un articolo del 1° luglio il cui una parte del titolo recitava “il lockdown non ha scalfito il mattone: prezzi su dell’1,4% nel II trimestre”. Di primo acchito si ha l’impressione che ad aumentare sia stato il prezzo di compravendita, vero?

Case, il lockdown ha fatto salire i prezzi?

L’articolo ci spiega poi meglio la situazione, che si rivela un po’ diversa da quella che poteva apparire dal solo titolo. Si afferma sì che il prezzo medio richiesto per l’usato – nel 2° trimestre dell’anno –  è stato 1.722 euro al metro quadrato, ma ci si ricorda anche che durante i precedenti mesi di pandemia abbiamo visto parte dell’offerta ritirarsi dal mercato e parte del prodotto in vendita andare verso l’affitto.

Non si tratta quindi di una vera e propria impennata dei prezzi ma dell’aumento della richiesta comparata a un trimestre precedente di grandissima pressione e ad una ripartenza con un minor stock di abitazioni sul mercato.

L’andamento dei prezzi è in parte attribuibile a un livello molto più basso di proprietà immesse sul mercato nel corso degli ultimi tre mesi. Col Paese in piena chiusura abbiamo visto parte dell’offerta ritirarsi dal mercato e parte del prodotto in vendita andare verso l’affitto. Dal 4 maggio i potenziali acquirenti si sono riaffacciati sul mercato con un approccio attendista orientato alla negoziazione. Tutto fa pensare a un periodo di transizione, con compravendite a rilento, verso una nuova fase che probabilmente vedrà un aumento dello stock disponibile e un calo dei prezzi nella seconda parte dell’anno […]” (https://www.idealista.it/news/immobiliare/residenziale/2020/07/01/147746-case-il-lockdown-non-ha-scalfito-il-mattone-prezzi-su-dell1-4-nel-ii-trim-scopri )

Vi consiglio di continuare a leggere con molta attenzione le notizie senza fermarvi ad un titolo che può essere ingannevole.  E’ probabile pensare che alcuni dei venditori(soprattutto quelli che hanno spazi esterni) abbiano la pretesa  di partire con prezzi ancora più alti rispetto a prima ma assistiamo per lo più a una forte propensione alla negoziazione. Se volete vedere come sta andando in questo momento il mercato immobiliare probabilmente la fonte più autorevole è quella degli agenti immobiliari che riescono ad aggregare insieme i dati.

L’acquirente sta vivendo in maniera molto razionale e ponderata l’attuale mercato immobiliare e non è detto che accetti a cuor leggero che si chieda un po’ di più per determinati appartamenti. Al contempo gli immobili che stanno ottenendo una collocazione ideale nel mercato con tempi di vendita relativamente brevi sono quelli che hanno magari fatto un adeguamento del prezzo verso il basso, in partenza.

Facendo riferimento a una banalissima legge di incrocio tra domanda e offerta, se alcuni appartamenti salgono di prezzo ad apparire concorrenziali saranno gli immobili che hanno abbassato di pochi punti percentuali il prezzo fissato all’inizio del primo trimestre 2020.

Ripeto, anche e soprattutto nel settore immobiliare, andate sempre oltre il titolo.

L’incarico di vendita in esclusiva e’ una trappola?

Hai affidato l’incarico di vendita in esclusiva a un’agenzia immobiliare, e le cose non stanno andando come ti aspettavi?

Oggi parliamo di un qualcosa che può succedere a coloro che stanno vendendo casa, ovvero sentirsi in trappola tramite perchè si è firmato in esclusiva un incarico .

Chi mi conosce o ha letto qualcosa sa che sono un fautore dell’incarico in esclusivae che lo ritengo l’unico strumento utilizzabile per poter essere performanti nei confronti di un venditore in un sistema maturo, ma c’è incarico in esclusiva incarico in esclusiva.

Quindi, quand’è che l’incarico in esclusiva diventa un limite e non un opportunità? quando è affidato a un'agenzia immobiliare che non collabora e su questo non riesco a vederla in maniera diversa, visto che anche nei tanti confronti social sul tema nessuno dei non collaborativi ha mai fornito una risposta secondo convincente (le analizzeremo in un prossimo post)

L’incarico di vendita in esclusiva e’ una trappola?

Proprio qualche giorno fa mi sono confrontato con un collega su questo punto . Ora vogliamo spostare l’attenzione sull’incarico in esclusiva condivisa, ovvero affidato a un’agenzia un’agenzia che collabora realmente è tutt’altro; è il massimo potenziamento delle opportunità (permettendo ai colleghi di poter promuovere l’immobile da lui acquisito ai propri clienti) sia per un venditore e anche per un acquirente che si rivolge un agenzia che fa parte del circuito di collaborazione, per motivi molto semplici e vanno detti fuori dai denti senza nessun problema, uscendo fuori da quell’ipocrisia che a volte permea la categoria.

E’ qualcosa di veramente semplice anche da spiegare. Un incarico in esclusiva che vincola un venditore con una sola agenzia o un solo marchio (senza fare nomi specifici molto spesso questo incarico è sostenuto da brand diffusi ma che operativamente lasciano l’incarico in gestione a un’unica agenzia immobiliare o un unico agente immobiliare.

<E dove stanno i limiti> ti starai chiedendo, e ora te li illustro comparando un incarico in esclusiva classica (EC) a un incarico in esclusiva diffusa condivisa (ED).

Relazioni con i clienti: EC- solo le relazioni dell’agenzia. ED-le relazioni di centinaia di colleghi.

Pubblicità: EC – gli strumenti di marketing e i canali di una sola agenzia – ED – gli strumenti di marketing di centinaia di colleghi, i canali di tutti, annunci e promozione a diffusione enorme.

L’aspetto delle relazioni e negoziale figlio di una rete di tantissimi agenti immobiliari che porta poi a ottimizzare il prezzo da ambedue i lati e le tempistiche.

Mi fermo qui ma potrei approfondire nel dettaglio ma lo farò prossimamente, già quanto scritto dovrebbe far comprendere perchè non vi è competizione tra le due modalità.

Chiaro che incarico esclusiva diffusa condivisa deve prevedere una provvigione per permettere la collaborazione . L’incarico a 0% poi è la trappola delle trappole, figlia di quella deformazione del pensiero secondo la quale se ho l’immobile e lo pubblicizzo prima o poi l’acquirente da me ci viene, se poi il prezzo è buono (sic) ancora più facile.

La realtà è ben diversa.

Motivazioni varie possono far escludere l’agente x o l’agenzia immobiliare y, a torto o ragione, e per mille motivi il cliente potrebbe non essere presente in una banca dati di richieste e in un’altra si, oppure consigliata da un’agente a visionare quell’appartamento perchè confacente alle sue esigenze e da un altro no (capita più spesso di quanto pensiate).

La pubblicità, ci torno un attimo. Gli annunci che trovi identici in foto e testi ma che lasciano liberi gli acquirenti di scegliere con quale agente procedere sono sicuramente più performanti di quegli annunci tolti e ricaricaricati ogni giorno dall’agente per mantenere una presunta maggiore visibilità sul portaleignorando che i criteri di ricerca del cliente sono diversi.

Sappiate che nelle reti di collaborazione succede spesso che un cliente chiami un agente per un appartamento e questo gli proponga un altro per il quale magari lo stesso cliente aveva chiamato un collega non andando a visionarlo e alla fine non solo effettui la visita, ma acquisti l’immobile.

Valutate con attenzione quindi se dare date un incarico in esclusiva o richiedere un’esclusiva diffusa condivisa che non è non dare incarico a nessuno e permettere a tutti di pubblicizzare perché altrimenti vi state sottoponendo al rischio di avere annunci sparsi pezzi diversi, nessun tipo di gestione nessuna cabina di energia, prezzi e foto diverse, info in antitesi etc.

Siamo tutti diversi noi agenti immobiliari, ma la nostra diversità insieme è un valore aggiunto perchè, per quanto possiamo essere bravi noi non riusciamo mai a raggiungere la totalità del mercato, a cui si avvicina invece l’incarico in esclusiva condivida diffusa.

Immobiliare: tornano a vendersi cantine, box e posti auto

I risultati dell’analisi condotta dall’Agenzia delle Entrate attraverso il suo Osservatorio del Mercato Immobiliare rileva la sorprendente crescita delle compravendite di cantine e soffitte: +12,2% negli ultimi tre mesi del 2017.

Buoni anche i numeri del mercato di box e posti auto, che fa registrare +3,8%, con una distribuzione prevalente nelle città non capoluogo.

Crisi ormai lontana per il mercato immobiliare

Gli anni di crisi e i numeri del 2012 sembrano ormai superati, pur rimanendo il mercato lontano dai numeri rilevati negli anni di gloria. Il mercato delle case registra l’undicesimo trimestre consecutivo di crescita con 152.608 compravendite (+6,3%), confermando l’accelerata dell’ultimo periodo del 2017 dopo un anno di rallentamento della crescita dei volumi.

Vendite in aumento non solo grandi città

Cambia il corso che aveva visto gli aumenti concentrarsi solo nei grandi centri, con i Comuni non capoluogo che realizzano in media +6,7% rispetto ai capoluoghi che invece fanno segnare un incremento medio del 7,0%.

È Firenze la città con gli aumenti maggiori di compravendite, +11,8%, seguita da Milano (+9,1%), Torino e Genova, con rispettivamente +7,7% e +6,1%. Risultato negativo per il quarto trimestre sui mercati immobiliari di Roma (-1,3%), Palermo (-6,1%) e Bologna (-4,2%).

Bene anche negozi e servizi

L’ondata positiva prende anche il settore terziario-commerciale, che fa rilevare +9,2%, merito soprattutto della performance del mercato del centro e del nord-est del Paese, mentre le nuove formule di lavoro smart si ripercuotono sulle transazioni di uffici e studi privati (-0,3%) soprattutto per effetto del dato negativo, -11,3%, della macro area NordOvest.

I prezzi bassi spingono ad acquistare case più grandi

Si vendono e si comprano principalmente case con metrature comprese tra i 50 e 115 metri quadri, con il 58% delle compravendite che hanno ad oggetto un immobile di queste dimensioni.

Hanno performato bene le metrature oltre i 145 metri quadri, che fanno segnare +7,0% e funzionano soprattutto al Sud, che registra un picco di +11,1% della fascia intermedia compresa tra gli 85 e i 115 metri quadri.

Le compravendite fanno bene al mercato dei mutui

I risultati positivi del mercato degli immobili sono strettamente connessi a quelli rilevati per il mercato dei finanziamenti. Come riportiamo in “Mutui: previsioni per il 2018“, i volumi in valore assoluto dovrebbero attestarsi sulle stesse stime del 2017, che chiude secondo i dati ufficiali sui circa 50 miliardi di euro.

Acquistare un immobile con un mutuo conviene, specialmente se si dispone di una somma di partenza e si riesce a coprire la metà del valore dell’immobile: a queste condizioni e con un loan-to-value minore o uguale al 50% le banche praticano tassi molto bassi, con spread minimi.

Il riscontro della convenienza sul comparatore numero uno in Italia

Hello! Home Fisso ha una rata mensile di 364,64 euro al Tan dell’1,90% e Taeg del 2,01%. Le spese di istruttoria sono di 200,00 euro, quelle di perizia di 300,00 euro. Inoltre per l’erogazione del mutuo è necessaria la presenza di un conto corrente Hello bank! di pari intestazione.

Spesa ancora più bassa se si opta per il tasso variabile. IWBank propone Mutuo a Tasso VariabileSemprelight con una rata di 312,54 euro al Tan dello 0,80% e Taeg 0,95%. Le spese di istruttoria sono di 312,54 euro, quelle di perizia zero, così come le spese di gestione del finanziamento. Il mutuo finanzia un importo massimo pari all’80% del minore tra il valore di perizia dell’immobile e l’importo di compravendita dichiarato in atto, per gli edifici appartenenti alle classi energetiche A e B, e fino al 70% del valore dell’immobile per gli edifici appartenenti a classi energetiche diverse da A e B.